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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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martedì 22 novembre 2011

Olivetti e l'Arte programmata

Olivetti e l'Arte programmata Olivetti
In passato è stata una delle più importanti aziende al mondo nel campo delle macchine da scrivere , da calcolo e dell' elettronica.La storia della Olivetti iniziò con Camillo Olivetti che costituì a Ivrea la Ing. C. Olivetti & C. la prima
fabbrica nazionale di macchine per scrivere. Nel 1911 fu presentata la prima macchina per scrivere, la M1.E'stata la prima prodotta industrialmente in Italia . Ha dentro di se una lunga serie di perfezionamenti e brevetti che la rendono particolarmente originale, facendone una degna capostipite di tutta la futura produzione Olivetti. L'inversione automatica del nastro avviene tramite un occhiello inserito alle due estremità del nastro stesso, questo occhiello, facendo presa su di una leva a cavallo del nastro, fa sì che questa faccia scattare il meccanismo di inversione del trascinamento del nastro stesso. Il meccanismo del margine ha una soluzione originale: quando il giusto margine è stato raggiunto, una leva a cui è fissata una spina di gomma è spinta davanti e ne impedisce l'ulteriore scrittura. La nascita della macchina per scrivere si deve ai due viaggi che Camillo Olivetti fece in America. Il primo viaggio avvenne al seguito del suo insegnante Galileo Ferraris dopo la laurea in ingegneria elettrica, gli permise di rimanere per due anni assistente nel reparto di ingegneria elettrica dell'Università di Stanford, ciò gli permise di venire a conoscenza di tutta una serie di tecnologie in quegli anni in rapido sviluppo comprese anche quelle relative alle macchine per scrivere e della tecnologia necessaria per produrle. Olivetti macchina da scrivere M1
" Un valore speciale va posto sulla forma della macchina. Una macchina per scrivere non deve essere un soprammobile, sovraccarico di elementi decorativi. Deve avere un aspetto sobrio ed allo stesso tempo funzionale ed elegante " CAMILLO OLIVETTI ,tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti_M1
Negli anni successivi l'azienda di Ivrea crebbe rapidamente, ampliando e diversificando l'offerta sia in Italia che nel mondo. Alla fine degli anni Venti raggiunse una produzioneannua di 13.000 macchine. Nel 1940 comparve la prima addizionatrice Olivetti, seguita nel 1945 dalla Divisumma 14 la prima calcolatrice scrivente al mondo in grado di eseguire le quattro operazioni.Un contributo fondamentale a questa espansione giunse da Adriano Olivetti uomo di sconfinata cultura e di grande senso pragmatico, si rese conto che per cavalcare l'innovazione occorrevano almeno due fattori basilari: attrarre le persone più colte e preparate, garantendo loro i maggiori compensi e la libertà di proporre e realizzare le loro idee; progettare e realizzar una formazione capace di preparare al futuro, ossia incentrata sulle competenze anziché sulle conoscenze. Impresse uno stile e una cultura che faranno dell'azienda un esempio unico nella storia industriale italiana ed europea. Sotto la guida di Adriano, negli anni Cinquanta, la Olivetti registrò una crescita straordinaria creando modelli che divennero un simbolo dell'Italian style, come la Lexikon 80, la Lettera 22 - forse la portatile più fam Olivetti lexikon 80 rappresenta un punto di riferimento nella storia internazionale del design per le soluzioni rivoluzionarie adottate che integrano
l'innovazionione tecnologica ed eccellenza formale: i due pezzi del coperchio e della copertura combaciano perfettamente con linee morbide, realizzate grazie al nuovo processo di pressofusione,per cui la carrozzeria può essere studiata come un unico involucroda modellare. Un ruolo primario è svolto da Marcello Nizzoli,architetto eclettico con una forte propensione alla comunicazione,che fin dal 1938 ha uno stretto rapporto di collaborazione con l’Olivetti.I prodotti di Nizzoli sono disegnati con uno stile improntato a una continua ricerca della massima funzionalità e sincerità espressiva;tra gli altri si ricordano le calcolatrici MC4 Summa , Divisumma 24 e Tetractys .
Nel 1958 entrò in Olivetti anche Ettore Sottsass, con la cui collaborazione vengono creati prodotti come l'Elea 9003, la Valentine e il computer M24 .La Velentine valse a Sottsass il Premio Compasso d’oro nel 1970. In Italia è conosciuta soprattutto come la rossa portatile, ma ne sono state prodotte anche bianche per l'Italia e blu e verdi rispettivamente per la Francia e Germania, oggi praticamente introvabili. Caratteristica principale della Valentine, è la trasportabilità della macchina, che a differenza delle precedenti, non aveva una valigetta esterna in cui chiuderla, ma era essa stessa la valigetta: la parte posteriore della macchina è stata progettata come chiusura della valigetta, comprensiva della maniglia, mentre l'unica parte esterna è un guscio-scatola, in ABS, per proteggerla da qualsiasi colpo, esso si fissa alla macchina grazie a due sicure di gomma laterali poste, appunto, sul guscio esterno.L'importanza della Valentine è sottolineata dalla sua presenza dagli inizi degli anni settanta nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York. Olivetti Valentine

L’era dei prodotti elettronici si apre con lElea 9003 il primo grande elaboratore realizzato in Italia. Verso la metà degli anni ’70 la domanda delle imprese si orienta piuttosto verso i prodotti elettronici: minicomputer, microcomputer e anche macchine da calcolo e contabili rivitalizzate dalla tecnologia elettronica. Hanno un discreto successo anche i primi sistemi specializzati di scrittura che consentono la memorizzazione e gestione elettronica dei testi. ET 101 è la prima macchina per scrivere elettronica nel mondo.Il progetto fu guidato da Filippo Demonte per la parte elettronica e da Gian Luigi Ponzano per la parte meccanica. Non c’è né video, né display, ma una memoria di riga consente di correggere le ultime parole digitate. Il design di Mario Bellini conferisce alla macchina un’immagine di professionalità e di tecnologia avanzata che viene apprezzata nel mondo delle segreterie.Olivetti ET 101

Negli anni '80 con la crescita tecnologica dei prodotti il design diventa la distinzione e la garanzia dell'eccedenza del prodotto. Sul mercato la novità sono i personal computer. Per il primo PC Olivetti, l’M20, lo studio Sottsass adotta una soluzione che integra tastiera, unità centrale e video in un unico corpo

Olivetti M20 Il nuovo PC Olivetti è accolto positivamente, anche in virtù del bel design curato da EttoreSottsass,Antonio Macchi Cassia e George Sowden. Nel campo dei notebook il design Olivetti dedica particolare attenzione all’ergonomia, come nel caso dell’M10 di Perry A. King e Antonio Macchi Cassia con il display a cristalli liquidi (8 righe x 40 caratteri) orientabile per favorire la leggibilità. Vincitore nel 1983 del premio SMAU per il design.Olivetti M10
Un quaderno sempre più piccolo.Dalla fine degli anni ‘80 il rinnovo della gamma dei portatili Olivetti diviene sempre più frequente.Nel 1990 l’Olivetti assegna alla Triumpf Adler il compito di sviluppare una nuova linea di notebook, sfruttando anche una collaborazione con la giapponese Y-E Data. Nel 1991 esce così Olivetti 1. Il salto di qualità è visibile: i notebook pesano meno di 3Kg, il mouse è integrato nella macchina, le prestazioni per quei tempi sono eccellenti.
Olivetti 1 Nel 1992 esce il Quaderno, un portatile di nuova concezione, estremamente compatto , progettato da Ugo Carena e disegnato da Mario Bellini e Hagai Shvadron.Nel 1993 una nuova elegante linea di notebook, i Philos disegnati da Michele De Lucchi, contribuisce a ravvivare l’offerta Olivetti. Nel 1994 una nuova linea di notebook, gli Echos, si affianca e poi sostituisce i Philos. Anche gli Echos, che per la prima volta offrono l’opzione di una carrozzeria colorata rosso mattone e riscuotono molti consensi.Olivetti Echos 40
Link di riferimento :

http://www.storiain.net/arret/num144/artic2.asp http://www.storiaolivetti.it/percorso.asp?idPercorso=625 http://www.storiaolivetti.it/template.asp?idOrd=1&idPercorso=639http://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti http://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti_M1http://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti_Valentine

Immagini tratte da :

http://images01.olx.it/ui/11/43/87/1308729416_81823687_1-Immagini-di--olivetti-macchina-da-scrivere-1910-M1.jpg

http://www.google.it/imgres?q=olivetti+design+italiano&hl=it&rls=com.microsoft:it:%7Breferrer:source%3F%7D&rlz=1I7SUNC_itIT358&biw=1034&bih=661&tbm=isch&tbnid=tEYD-KA1rx65lM:&imgrefurl=http://www.italiandes

igniscominghome.ch/&docid=_i4srRh8v250kM&imgurl=http://www.italiandesigniscominghome.ch/img/gallery_1/Olivetti%252520Lexikon%252520-%252520Marcello%252520Nizzoli.png&w=418&h=600&ei=ZE_iTuL1A-TN4QTEnYm4BQ&zoom=1&iact=rc&dur=174&sig=109699834541940566983&page=15&tbnh=148&tbnw=104&start=216&ndsp=17&ved=1t:429,r:2,s:216&tx=78&ty=98

http://www.flickr.com/photos/shordzi/5895905091/

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Olivetti-Valentine.jpg

http://www.google.it/imgres?q=calcolatore+elettronico+elea+9003&hl=it&gbv=2&biw=1034&bih=661&tbm=isch&tbnid=vGfEhDIdbWQmmM:&imgrefurl=http://www.storiaolivetti.it/template.asp%3FidOrd%3D1%26idPercorso%3D627&docid=YEHTt_PjlP7V6M&imgurl=http://www.storiaolivetti.it/upload/elea-2.jpg&w=594&h=555&ei=eyziTrqzA4SaOuq_jLcE&zoom=1&iact=hc&vpx=98&vpy=290&dur=2246&hovh=217&hovw=232&tx=101&ty=114&sig=109699834541940566983&page=1&tbnh=130&tbnw=148&start=0&ndsp=16&ved=1t:429,r:11,s:0

http://www.storiaolivetti.it/template.asp?idOrd=1&idPercorso=639

http://www.google.it/imgres?q=olivetti+m20+design&hl=it&biw=1034&bih=661&tbm=isch&tbnid=s3Jb84ia6eWI_M:&imgrefurl=http://vintagescan.blogspot.com/2010/03/olivetti-m20-1983.html&docid=Gj-BBDYxU4T_jM&imgurl=http://3.bp.blogspot.com/_4ksVe8NsnRo/S5CZUhYieaI/AAAAAAAAAD8/e06R504Tlxo/s400/M20.jpg&w=349&h=359&ei=fzviToK8E6344QTU35CABQ&zoom=1&iact=hc&vpx=221&vpy=141&dur=4304&hovh=228&hovw=221&tx=80&ty=130&sig=109699834541940566983&page=1&tbnh=152&tbnw=148&start=0&ndsp=15&ved=1t:429,r:1,s:0

http://www.google.it/imgres?q=olivetti+m10&hl=it&sa=X&rls=com.microsoft:it:%7Breferrer:source%3F%7D&rlz=1I7SUNC_itIT358&biw=1034&bih=661&tbm=isch&prmd=imvns&tbnid=ZlOUxt6UPZUQlM:&imgrefurl=http://www.xs4all.nl/~fjkraan/comp/m10/&docid=jMu4seYG4YAy_M&imgurl=http://fjkraan.home.xs4all.nl/comp/m10/M10onWhite600x450.jpg&w=600&h=450&ei=6j_iTrefJOKi4gTv7qSZBQ&zoom=1&iact=rc&dur=201&sig=109699834541940566983&page=2&tbnh=141&tbnw=206&start=15&ndsp=15&ved=1t:429,r:7,s:15&tx=85&ty=69

http://www.storiaolivetti.it/template.asp?idOrd=4&idPercorso=639#viewfoto

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L'Arte programmata Il termine arteprogrammata viene coniato da Umberto Eco nel 1962, in occasione della mostra Arte Programmata organizzata dall'Olivetti di Milano.Si sviluppa principalmente in Europa e in Italia. Negli Stati Uniti successivamente gli stessi concetti prendono il nome di Optical art o Op art.L’arte cinetica e programmata diventa un fenomeno rilevante solo negli anni sessanta, ma la sua vera nascita si può individuare nel 1952, quando l’artista Bruno Munari scrive il Manifesto del macchinismo. In tale testo egli parla delle macchine come di esseri viventi, ironizzando sul fatto che già in quegli anni se ne cominciava a prendere cura come se fossero animali domestici. Inoltre teorizza che in futuro l’uomo potrebbe anche diventare schiavo delle macchine e che gli unici che possono salvare il genere umano da questa prospettiva sono proprio gli artisti. L’arte programmata ha saputo riflettere sul progresso scientifico e tecnologico, ricontestualizzare il ruolo dell’artista, dare un nuovo rigore al fare arte e soprattutto trasformare le macchine in uno strumento di produzione estetica. Gli artisti di questa corrente si erano resi conto, inoltre, che solo con una serializzazione dell’opera si poteva contrastare il mercato dell’arte che mercifica le opere. Si formò una visione profondamente critica del mercato dell’arte e del commercio delle opere e si pensò che un’alternativa potesse essere la moltiplicazione a basso costo delle opere, per farne crollare il prezzo. In questa direzione si mossero gallerie d’arte come il MAC e l’Azimuth, e quest’ultima ospitò molti tra i principali esponenti dell’arte cinetica e programmata: gli italiani Enrico Castellani, Enzo Mari, Getulio Alviani, Dadamaino, l'inglese Bridget Riley, l'israeliano Agam, l'argentino Soto, e fra i gruppi il GRAV, il Gruppo N, il GruppoT, che cominciano ad operare a cavallo degli anni '50 e '60. Di primaria importanza la serie di esposizioni organizzate a Zagabria dal critico Matko Mestrovic chiamate Nove Tendencije.
"Altro punto di riferimento dell'epoca è Mitko Mestrovic, giovane critico slavo che dà il via a una Biennale di Zagabria intitolata Nove Tendencije (Nuova Tendenza). Nel 1963, vi espongo qualche opera e finisco col diventare il coordinatore europeo del movimento dell'Arte programmata"
ENZO MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011,1° ediz., pg 46
Lea Vergine , critica d’arte, afferma che proprio la sua fama è stata la causa della sua fine, poiché l’arte cinetica era diventata troppo famosa e quindi troppo banalizzata. Inoltre all’epoca stava diffondendosi ovunque la Pop art americana, che rispetto all’arte cinetica e programmata non affrontava nessun tipo di critica al sistema dell’arte, anzi, lo sfruttava fino alla conquista di tutto il mondo artistico.
In Italia si sciolsero tutti i gruppi importanti che proponevano un’arte collettiva, come il Gruppo N nel 1964 ed il GRAV nel 1968.L’arte cinetica produce opere che sono aperte e programmate, nelle quali il movimento è fondamentale. Il moto in tali opere può essere reale, con l’apporto di meccanismi, oppure illusorio e ottico, ottenuto tramite effetti di luce. L’opera d’arte programmata ha un suo ritmo,che dealmente può anche ripetersi all’infinito. In questo tipo di opere è fondamentale il coinvolgimento psicologico dello spettatore.Possiamo individuare alcuni principi comuni che si riscontrano nell’arte cinetica e programmata, per esempio : l’importanza della progettazione
e realizzazione di meccanismi cinetici (che dotano l’opera d’arte di movimento), la rilevanza dei giochi di luce e di una dimensione temporale; l’uso di materiali alternativi come plastica, metallo, carta e vetro; la ricerca di un’estetica basata sulla razionalità e sui movimenti ciclici. La progettazione dell’opera infatti, studiata nei minimi particolari, prevede già l’intervento dello spettatore, la possibilità di interazione di fattori aleatori o proabilistici, addirittura statistici.Un ulteriore caratteristica di molte opere
cinetiche è quella di essere replicabili, in modo simile, in varie copie usufruendo di tecniche industriali. Il Gruppo T è uno dei più importanti gruppi di arte cinetica e programmata italiani, si proponeva di fare arte "immersiva e interattiva" cioè, come in questo caso, un’arte che avesse l’obbiettivo di realizzare ambienti che fossero capaci di indurre nello spettatore risposte non prevedibili e diverse. Il Gruppo T è uno dei più importanti gruppi di arte cinetica e programmata italiani, si proponeva di fare arte immersiva e interattiva cioè, un’arte che avesse l’obbiettivo di realizzare ambienti che fossero capaci di indurre nello spettatore risposte non prevedibili e diverse. Le opere del gruppo T erano dette opere-ambiente che diventavano abitabili e mutavano interagendo col fruitore dell’opera d’arte. Il gruppo era costituito da cinque componenti: Giovanni Anceschi,Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Grazia Varisco.
Apollonio Marina
Giovanni Anceschi Grazia Varisco
Davide Boriani Gianni Colombo
Vasarely Victor Boietti Alighiero
Link di riferimento:
Immagine tratte da:

http://www.arte.go.it/eventi/2010/images/e_1621_06.jpg

http://www.arte.go.it/mostre/arte_spazio/maxi/Colombo_01.jpghttp://www.corriere.it/gallerie/2007/02_Febbraio/16/light.shtml

http://kinaestheticlearner.files.wordpress.com/2008/12/exagon3602.jpg?w=263&h=215

http://kinaestheticlearner.files.wordpress.com/2008/12/exagon3602.jpg?w=263&h=215

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Prof.ssa ho sempre lo stesso problema di visualizzazione della scrittura e delle immagini.